Gae Aulenti è stata una delle menti creative che hanno segnato il Novecento.
«L’architettura è un mestiere da uomini, ma ho sempre fatto finta di niente»: tra le prime donne a imporsi in un mondo professionale tutto la maschile, Gae Aulenti ha firmato nella sua lunga carriera oltre 700 progetti tra architetture e oggetti di design, ma anche interni, scenografie, costumi e allestimenti di mostre.
Dopo la laurea in architettura conseguita nel 1953 al Politecnico di Milano, sarà proprio il capoluogo lombardo a diventare l’epicentro creativo del suo lavoro diffusosi in tutto il mondo, dagli arredi icona ai progetti architettonici.
L’attività editoriale per Casabella (1955-1960) con la direzione di Ernesto Nathan Rogers e quella universitaria (come assistente di Giuseppe Samonà e poi di Ernesto Nathan Rogers) caratterizzano degli esordi di Gae Aulenti, ma è la collaborazione con la Olivetti, per la realizzazione degli show-room di Parigi e di Buenos Aires, che porta l’architetto alla ribalta in un susseguirsi di progetti di portata internazionale.
Il suo lavoro è sempre più caratterizzato da un’affinità elettiva con il mondo culturale, dell’arte in particolare, con la realizzazione di diversi musei: il Musée d’Orsay (1986), il Musée National d’Art Moderne al Centre Pompidou di Parigi (1985), la ristrutturazione di Palazzo Grassi a Venezia (1986) e il progetto per il Museo Nacional d’Art de Catalunya di Barcellona (1996).
Tra gli anni ’90 e 2000, mentre prosegue la sequenza dei musei (nel 1999 inaugurano le rinnovate Scuderie del Quirinale, a Roma), Gae Aulenti si cimenta sempre con edifici di nuova costruzione, tra cui spicca l’Istituto Italiano di Cultura a Tokyo (2005), e con la progettazione di spazi pubblici, come l’ingresso alla stazione di Santa Maria Novella di Firenze (1990), la piccola piazza San Giovanni a Gubbio (2005), e la risistemazione di Piazzale Cadorna a Milano (2000), con il rifacimento della stazione che vi si affaccia.
Pochi progettisti hanno segnato la storia dell’industrial design (e del Made in Italy) come Gae Aulenti che negli anni ha firmato arredi e oggetti che sono diventati delle icone intramontabili, come l’iconica lampada Pipistrello (Martinelli Luce, 1965), l’innovativa poltrona Sgarsul (Poltronova, 1962), che s’impone per la straordinaria modernità di forme e volumi. O la serie di arredi per l’outdoor Locus Solus, resa celebre dal film La piscine con Alain Delon, Romy Schneider e Jane Birkin. L’eccentricità dei pattern abbinata all’uso espressivo del colore hanno reso questa collezione un classico senza tempo.
Il 16 ottobre 2012, pochi giorni prima della morte, è insignita del premio alla carriera, consegnato dalla Triennale. Gae Aulenti muore a Milano il 31 ottobre 2012 all’età di 83 anni.