giovedì 16 giugno (inaugurazione) ore 18.30 – 19.30
venerdì 17 giugno ore 14.00 – 18.00
sabato 18 giugno ore 10-15.30
lunedì – giovedì ore 14.00 – 18.00
Sala delle Colonne, Castello del Valentino, Politecnico di Torino, Viale Mattioli 39, Torino Ingresso gratuito
a cura di Maria Luisa Barelli, Professore Associato DAD Dipartimento Architettura e Design, Politecnico di Torino e Davide Rolfo, Professore Associato DAD Dipartimento Architettura e Design, Politecnico di Torino.
La mostra ripercorre la vicenda della progettazione e della costruzione del palazzo dell’Obelisco, l’opera d’esordio di Sergio Jaretti e Elio Luzi, realizzata a Torino in un piccolo lotto ai piedi della collina e subito avversata dalla critica come emblema di uno stigmatizzato neoliberty. L’esposizione di schizzi e disegni originali, alle diverse scale, relativi a due successive versioni di progetto (“wrightiana” la prima, “gaudinista” quella poi realizzata), di fotografie, libri e altri documenti, punta ad accompagnare il visitatore “dentro” l’edificio, per farne quanto più possibile emergere i diversi e possibili percorsi di lettura.
Foto : Fabio Oggero
Fra questi, se ne suggeriscono alcuni: la straordinaria articolazione degli spazi interni, vero nucleo resistente del progetto nel passaggio dalla prima alla seconda versione, con unità organizzate su più livelli e con ambienti a doppia altezza, come ci mostrano ad esempio i sintetici schizzi a penna degli interni di alcuni appartamenti; la complessità della modellazione dell’involucro in pietra artificiale, restituita non solo in numerosi disegni di dettaglio, ma anche in una grande prospettiva a matita, che evidenzia oltre al resto la capacità dei due architetti di intrecciare in un unico discorso i diversi piani del progetto; ma anche le molteplici storie (viaggi, interessi, rapporti con le imprese e le ditte coinvolte nella realizzazione), sebbene qui ripercorse solo per cenni, che hanno attraversato la concezione e la realizzazione di questa architettura singolare, finalmente al centro – come le altre opere dei suoi autori – di un rinnovato interesse.
photo: Fabio Oggero
