Il progetto dell’Olgiata rappresenta l’occasione per esplorare i limiti di alcuni temi sperimentati negli anni precedenti in diversi progetti residenziali, come il quartiere INCIS a Decima, le ville a Sperlonga e a Santa Marinella, la palazzina San Maurizio a Roma: l’organizzazione delle abitazioni secondo linee sinuose, che qui assecondano l’andamento dolcemente ondulato della campagna romana con l’aggregazione di tipi a schiera e in linea; l’esaltazione dei valori plastici ricercata attraverso la rugosità dell’intonaco e la modellazione delle superfici murarie, con incisioni e fenditure in cui si raggruppano le bucature e si addensano le ombre; la caratterizzazione dell’immagine dell’edificio attraverso la libera forma delle terrazze che “gonfiano” la facciata, laddove meno stringenti si fanno le istanze funzionali dello spazio abitativo, fino all’estrapolazione di una serie di volumi autonomi che si svincolano completamente dal corpo di fabbrica principale.
A cinquant’anni dalla realizzazione, le foto di Flavia Rossi mostrano il peculiare paesaggio abitativo creato da Moretti nell’isola 106, con le forme organiche delle case immerse in una natura lussureggiante.